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ADOTTA A DISTANZA

Toccare con mano

Abbiamo stilato un “diario di viaggio” per rendervi partecipi, attraverso la lettura, delle straordinarie benedizioni che l’attività nella quale siamo impegnati ormai da più di dodici anni porta ai bambini, alle loro famiglie, ai loro villaggi e alla realtà della loro nazione.


Gentilissimi amici e sostenitori, il numero dei maggio del nostro magazine è uscito poco più di un mese dopo l’ultimo dei nostri viaggi in due dei Paesi in cui ADI-aid interviene in favore di centinaia di bambini. Difatti al suo interno abbiamo inserito un vero e proprio “diario di viaggio” che abbiamo stilato per rendervi partecipi, attraverso la lettura, delle straordinarie benedizioni che l’attività nella quale siamo impegnati ormai da più di dodici anni porta ai bambini, alle loro famiglie, ai loro villaggi e alla realtà della loro nazione.

Le emozioni provate non sono facilmente descrivibili con l’inchiostro, tuttavia proveremo a trasmettervi ciò che abbiamo sentito nel “toccare con mano” l’opera straordinaria che si sta facendo. Tutti quegli aiuti che inviamo attraverso fredde transazioni bancarie si sono concretizzati davanti ai nostri occhi: mura, classi, scarpe, pozzi e, soprattutto, bambini in buona salute, curati, istruiti.

I giovani universitari

Abbiamo potuto vedere gli straordinari effetti dell’annuncio del Vangelo, attraverso le scuole, le evangelizzazioni e gli incontri continui con le famiglie dei ragazzi sostenuti: ragazzi che hanno creduto in Cristo e intere famiglie strappate alla superstizione, ora ferventi e attive nella comunità cristiana. Non solo, abbiamo anche incontrato i nostri missionari italiani in Niger e abbiamo visto il grande lavoro che viene svolto in villaggi sperduti, dove il nome di Gesù non è ancora arrivato.

Ma il momento più toccante è stato l’incontro con alcuni dei ragazzi che, grazie all’aiuto dei sostenitori, hanno completato gli studi e sono ora iscritti all’università. Da circa dodici anni, il programma si sostegno a distanza di ADI-aid dà a tanti bambini, nati nella povertà, la possibilità di avere educazione, stabilità e speranza; ma fin dall’inizio ci siamo sempre chiesti quando avremmo potuto finalmente vedere delle vite completamente cambiate e pronte ad agire in favore della collettività. Proprio l’ultimo giorno di questo viaggio, Dio ci ha dato la meravigliosa opportunità di incontrare quelli che circa dieci anni fa erano dei bambini senza cibo, senza vestiti, senza speranze per il futuro, e che oggi sono dei diciannovenni impegnati a studiare economia, geologia, informatica, medicina, pronti a essere di aiuto per la loro nazione! Sentire le loro parole di gratitudine è stato commovente e ci ha fatto realizzare che i nostri sforzi non sono vani, perché confidiamo in “Colui che porta a compimento ogni cosa in tutti” (Efesini 1:23).

Proprio un anno fa il nostro magazine parlava del “seme della speranza”; dopo questo viaggio possiamo affermare con gioia che abbiamo piantato e innaffiato quel seme con il nostro sostegno, e “Dio ha fatto crescere”! (1 Corinzi 3:6).